Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo Viaggio Maggio

Dall’abitudine di sé all’invenzione di sé L’adulto vive la stagione del disinganno. E uno è portato a cercare un riparo dove adagiare la propria rassegnazione, sistemare il proprio disincanto, adagiare la propria rassegnazione, addentare qualche ricordo. Uno ne ha abbastanza, e dà le dimissioni dalla vita. E’ questo, precisamente, il momento della speranza. Purchè lo vogliamo. E’ l’ora benedetta in cui possiamo gridare, con sofferta convinzione: “O Dio vieni in mio aiuto”. Ma la scialuppa che lui ci lancia è una scelta precisa. Vivere o lasciarsi andare. Continuare con la forza dell’abitudine oppure imporre noi, dal di dentro, il ritmo e la direzione di marcia. In altre parole il Signore ci sollecita a un salto, a un passaggio. Ci propone una pasqua…

Mistero della fede Mistero della fede! Vivere di fede nella tua Eucaristia vuol dire lasciarmi stupire, prostrarmi nella adorazione, nello sconvolgente desiderio di ringraziare per questo tuo misterioso annientarti, per questo tuo eccessivo donarti nell’amore. Momento supremo dell’amore che mi intenerisce e mi commuove: “così” il tuo amore misericordioso ti ha “tradito”, consegnato, offerto in cibo a noi peccatori!

La casa più grande del mondo C’era una volta una piccola lumaca che disse a suo padre: “Quando sarò grande voglio avere la casa più grande del mondo”. “Certe cosa sono meglio piccole”, le rispose il papà. Ma la lumachina non volle dargli ascolto e cominciò a torcersi e a stirarsi fino a che scoprì come fare a far crescere la propria casa. E così la casa cominciò a crescere e crescere, ad abbellirsi di forme e colori, tanto che divenne grande come un melone, e divenne famosa presso le farfalle, le rane e tutti gli abitanti del luogo. Un giorno il cibo finì e tutte le lumachine si spostarono. La piccola lumaca non riuscì a muoversi e lentamente deperì e scomparve, come la sua casa, che ben presto si sgretolò. La vanità è il criterio del tuo progetto per il domani?

Era proprio un fanfarone Beppone era un vecchio arrogante e sbruffone. Un giorno, al bar, disse: “Scommetto che spaventerò ogni animale della montagna soltanto con il mio piffero, con cui posso imitare il verso di chiunque!”. La gente al bar rideva, e così Beppone, lanciata la sfida, partì. Arrivato sulla montagna imitò il verso del cervo, che arrivò. Ma con lui venne anche una lince, che aveva sentito il richiamo. Beppone imitò il ruggito del leone e la lince scappò, ma arrivò una leonessa. Beppone imitò il verso di un orso e la leonessa fuggì, ma arrivò un vecchio orso grigio, che senza pensarci due volte si mangiò Beppone.

Cuori e mani I poveri! Sono essi le persone che dobbiamo conoscere. Essi sono Gesù ieri, oggi e domani, che voi e io dobbiamo conoscere. Questa conoscenza ci porterà ad amarli e l’amore ci porterà ad offrire loro il nostro servizio. Non accontentiamoci del semplice gesto di offrire denaro o cose materiali. Il denaro non è tutto. I poveri hanno necessità di mani che li servano e di cuori che li amino. La religione cristiana è amore. E’ spargere amore intorno a noi (Madre Teresa di Calcutta) Mettersi una maschera, esagerare, vantarsi non portano a nulla di buono. Conosci qualcuno che assomiglia a Beppone?