Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo viaggio Novembre 2018

Preghiera Tu, Signore, sei stato molto chiaro: non hai usato sfumature di linguaggio né hai fatto niente di accomodante. Insegnami, o Signore, in quest’ora grigia del mio tempo ad andare contro corrente, a salire i sentieri più deserti, a sperare ciò che chiamano assurdo, a credere ciò che sembra utopia, ad amare come ami tu, a lottare contro le ingiustizie anche quando ci rimetto, a costruire anche da solo ciò che è vero, a cantare anche da solo ciò che è bello, a vivere anche da solo ciò che mi hai detto, giacchè sono convinto che il martire avrà il suo domani e la sua storia mentre la pecora ha solo il suo oggi ed il suo pascolo.

Il piccolo seme Un giorno un piccolo seme finì in una screpolatura di un marciapiede. C’era un pizzico di polvere, così meschino in confronto alla buona terra del prato. “Ma è tutta mia!” si disse il semino. E cominciò subito a lavorare di radici. Davanti alla screpolatura c’era una panchina, sulla quale sedeva spesso un giovane inquieto. Quando vide due foglioline dentate che si aprivano la strada nel cemento le calpestò e disse: “Non ce la farai! Sei come me!”. Ma il giorno dopo vide che le foglie si erano rialzate ed erano diventate quattro. Da quel momento osservò curioso la pianticella e quando vide, dopo qualche giorno, spuntare un fiore giallo, sentì sciogliersi l’amarezza che gli pesava in cuore. Diede un gran pugno sulla panchina e gridò: “Ma certo! Ce la possiamo fare!”. Sfiorò con le dita la testolina gialla del fiore. Per il piccolo e coraggioso fiore la carezza del giovane fu la cosa più bella della vita. Non chiedere al Vento perché ti ha portato dove sei. Anche se sei soffocato dal cemento, lavora di radici e vivi. Tu sei un messaggio!

Cammina sulle strade della vita Cammina, ragazzo mio, su tutte le strade del mondo aperte al sorriso e al pianto. Cammina e lascia cadere dalle tue mani d’uomo, le briciole della speranza e della vita perché qualcuno, vedendole, ti segua e non si smarrisca. Cammina e non voltarti mai a misurare il sacrificio compiuto, a guardare se altri ti seguono, a pensare la distanza percorsa, a rimpiangere il punto di partenza, a restituire le malignità che ti hanno scagliato. Cammina, ragazzo mio, e canta sempre l’alleluia della vita e della storia, l’alleluia della strada e della fatica, per essere capace un giorno di cantare senza fine l’alleluia del cielo, l’alleluia della patria, dell’universale coro delle creature nuove, dopo aver tanto camminato, nel sudore e nel pianto, per far nascere nuova anche la terra.

Regali Un giorno il postino suonò il campanello di un anziano signore, che viveva sempre in casa, solo. Quando la porta si aprì il postino fece un generoso sorriso e consegnò il grosso pacco dono che aveva portato al vecchio, il quale però lo accolse con un’aria mesta. “Dovrebbe essere contento di ricevere un regalo!”, esclamò il postino. “E’ di mia figlia” rispose il vecchio, “vive in un’altra città ed è sempre impegnata; non ha mai tempo per venirmi a trovare. Venga a vedere…”. Condusse il postino vicino a un grande armadio. Lo aprì: era pieno di pacchi dono. “Ma… non li ha nemmeno aperti!” sbottò il postino. “Perché avrei dovuto?” disse sommessamente il vecchio, “tanto non c’è amore, dentro…”. “Non conta nella vita fare cose grandi o piccole, vistose o insignificanti, ma soltanto conta l’amore con cui esse si effettuano” (Giovanni XXIII)

Gesù Non ti invade lo stupore, la meraviglia, nel pensare, nel renderti conto che un essere infinitamente superiore a me, a te, si fa uomo per amare me, per amare te? Quel bambino vissuto per anni in uno sperduto villaggio della Palestina è “irradiazione della gloria di Dio, impronta della sua sostanza”. Gesù ci dice questo mistero e insieme ci spalanca l’orizzonte dell’amore di Dio che si fa uomo per infondere al mondo la speranza. Lascia che Gesù nasca anche in te: “Voglio vivere con te, Signore, sempre, ogni istante della mia giornata, ogni attimo, anche quelli che sembrano inutili: sorriderò, risponderò ad un saluto, discuterò, lavorerò sempre con te vicino. E quando non ci riuscirò, perché tu lo sai, o Signore, quanto sono debole, prendi possesso di me, guidami, salvami. Così sia”.