Il Santo Viaggio Marzo 2019
Il ricco e il povero Due amici si ritrovarono dopo una lunga separazione. Uno era diventato ricco, l’altro era povero. Mangiarono insieme, e rievocarono i ricordi comuni. Poi il povero si addormentò. L’amico, colmo di compassione, prima di partire gli fece scivolare in tasca un grosso diamante di valore inestimabile. Ma al risveglio il povero non trovò quel tesoro e continuò la vita di sempre. Un anno dopo le circostanze fecero nuovamente incontrare i due amici. “Dimmi: perché”, chiese il ricco all’amico, vedendo che era ancora in miseria, “non hai trovato il tesoro che ti avevo messo in tasca?”.
Ogni incontro tra persone è un’esperienza simile. Ogni uomo o donna che vivono con noi ci regalano tesori preziosi. Il più delle volte, però, non ce ne accorgiamo
Il seme del mattino Vorrei fare della terra un giardino che canta ciò che è buono, che esalta ciò che è vero. Vorrei spazzare la mia città, togliendo dalle case e dalle strade l’ubriacone e il violento, il menefreghista e l’avaro, il prepotente e l’ingiusto. E vorrei cambiare il prossimo inetto e maleducato, quello scorbutico e fannullone, quello pieno di pretese, che non sa apprezzare il mio lavoro… Vorrei fare della terra un giardino che profuma ogni mattino, che rallegra ogni sera. Ma è giusto, Signore, che avvenga così? E’ una pretesa, la mia, orgogliosa e sciocca, farisaica e intollerante. Tu sei molto più paziente di me e fai piovere sul campo del giusto e dell’ingiusto. Io devo solo gettare dovunque i semi dei fiori, anche se cadono sulle pietre e fra le spine e la zizzania. Ci sarà pur sempre un po’ di terra che, accogliendo il seme, diventerà giardino. Aiutami, Signore, ad essere soltanto e sempre il buon seme di ogni mattino.
La sapienza cristiana Accade che l’uomo, lungo il cammino della sua esistenza, conosca smentite dolorose delle proprie attese e dei propri disegni; smentite che fanno apparire lo stile di vita più diffuso, più comune, come un inganno. La sapienza è appunto quel sapere riflesso che consente di evitare l’inganno della vita, cioè il ritrovarci spiazzati, sconfitti nel tempo della difficoltà, della prova. Al cristiano la sapienza dice che l’inganno della vita afferra quando non c’è stato il dialogo con Dio, quando non è stata riconosciuta la presenza di Dio nella storia personale, quando il suo profumo non ha colorato di senso l’esistenza. La sapienza cristiana, che rivela all’uomo di essere fatto per Dio, ha un nome: Gesù. Gesù è la sapienza eterna che si è incarnata. Gesù è il mio compagno di viaggio, colui che permette all’uomo di ricostruirsi, di rialzarsi, dopo aver preso coscienza delle rovine causate dal suo orgoglio e dalla sua vanità.
La felicità Questo cerca l’uomo: la felicità. La felicità non è veder realizzate le proprie idee e neppure avere il potere. E’ addirittura diversa dalla gioia, che pure è fresca e bella, ma non definitiva. Forse la pienezza della felicità non si può raggiungere su questa terra. Ma se ne può gustare il sapore, quando intuiamo che l’esistenza ha un senso, pur tra le inevitabili difficoltà. E se ne può avvertire il profumo, quando avvertiamo che seguire Cristo corrisponde alla nostra esigenza di pienezza, alla nostra sete di realizzazione. Bisogna però che vendiamo il nostro orgoglio, i nostri attaccamenti, i nostri egoismi. Chi è pieno di sè e delle sue cose basta a se stesso, non ha bisogno di un Dio che gli riempie la vita. Invece chi si sente smarrito e povero può gustare l’amicizia di quel Gesù che gli tende la mano e gli dice: “Ti amo”.
Vigila bene chi ama Vigila bene chi ama. E’ dell’amore vigilare. Lo fa una sposa quando s’impegna a rendere la casa accogliente, a preparare tutto ciò che può servire al suo sposo: fa ogni cosa in vista di lui. Quando arriverà, nel suo saluto festante ci sarà tutto il lavoro della sua giornata. Così fa una mamma, quando riposa un attimo dall’accudire il suo figlio malato: dorme, ma il suo cuore veglia. Così agisce chi ama Gesù. Fa tutto in funzione di lui, cercato in ogni istante, momento per momento, allo scopo di fare la sua volontà. Vegliare significa allora impegnarsi ad amare, cercare di capire quello che Dio vuole da noi, come Dio vuole che amiamo. Molti dicono: “Ma io non ho mai avvertito la presenza di Dio, non mi sono mai accorto che lui mi volesse dire qualche cosa”. Se vuoi chiamare un amico, devi prima comporre il numero del telefono; così, se vuoi sentire la voce di Dio, hai da cercare la sintonia con lui. Oggi, dal momento in cui ti sei svegliato/a, quante volte hai cercato di ascoltare la sua voce nella tua vita?