Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo Viaggio Dicembre 2019

Amami mamma! La ragazza era di pessimo umore. Aveva tutte le sue spine fuori, proprio come un porcospino tormentato da un cane. Troppi compiti a casa, troppe interrogazioni, troppo tutto… ecco! La madre le ripeteva la solita predica, con ragionamenti, spiegazioni e raccomandazioni. La ragazza si fece ancora più scura. Poi guardò la mamma dritta negli occhi e scandì: “Mamma, sono stanca delle tue solite prediche. Perché invece non mi prendi tra le tue braccia e mi tieni stretta?”. Non far prediche, ma abbraccia le persone che ami; e quando sei in crisi sappi che Dio è pronto ad accoglierti nel suo abbraccio d’amore.
La ragione dell’asino Una volta gli animali fecero una riunione.
La volpe chiese allo scoiattolo: “Che cos’è per te Natale?” Lo scoiattolo rispose: “Per me è un bell’albero con tante luci e tanti dolci da sgranocchiare appesi ai rami”.
La volpe continuò: “Per me naturalmente è un fragrante arrosto d’oca. Se non c’è un bell’arrosto d’oca non c’è Natale”. L’orso l’interruppe: “Panettone! Per me Natale è un enorme profumato panettone!”. La gazza intervenne: “Io direi gioielli sfavillanti e gingilli luccicanti. Il Natale è una cosa brillante!”. Anche il bue volle dire la sua: “E’ lo spumante che fa il Natale! Me ne scolerei anche un paio di bottiglie”.
L’asino prese la parola con foga: “Bue sei impazzito? E’ il Bambino Gesù la cosa più importante del Natale. Te lo sei dimenticato?”.
Vergognandosi, il bue abbassò la grossa testa e disse: “Ma questo gli uomini lo sanno?”.
Solo l’asino conosce la risposta giusta alla domanda fondamentale: «Ma che cosa si festeggia a Natale?».
Anche noi oggi vogliamo chiederci: “Qual è l’elemento essenziale del Natale?” Proviamo a dire il nostro parere.
Il cristiano che opera nella scuola è un testimone Parlare di testimonianza significa introdurre due dimensioni essenziali a tutta la vita cristiana: quella dell’umiltà e quella della spiritualità. Con infinito rispetto di fronte a ciò di cui è testimone e con il distacco di coloro che conoscono i propri limiti, il testimone è quella donna o quell’uomo che confida nell’amore che ha ricevuto e che vuole donare. L’incontro con i colleghi o gli alunni diventa un’alleanza di fiducia, una visita in pura gratuità: così viene il giorno in cui quella visita viene riconosciuta e denominata come visita del Dio della vita. Il testimone non si impone, non ha la sicurezza di un venditore di cravatte. Poiché ciò che dice è quanto cerca di vivere, non si propone come unico modello di credente. Ma la sua modesta storia, la sua vita, in tutta la sua contingenza, dirà qualcosa di universale, di grande, di bello: che l’amore di Dio riempie la vita le dona senso e pienezza.
(H.Derroitte, La catechesi liberata, LDC, p. 24)
Guarda… Un beduino si trovò, un giorno, camminando nel deserto, nella grotta di un eremita. Si guardò intorno, poi disse: “Come fai a vivere qui, solo, povero, lontano da tutti?”. “Io non sono povero, rispose l’eremita, ho grandi tesori: guarda là”. L’eremita indicò una fessura, che si apriva sul fianco della grotta e chiese: “Che cosa vedi?”. “Niente, rispose il beduino, solo un pezzo di cielo”. “Un pezzo di cielo? Non ti sembra un tesoro meraviglioso?”. Noi abbiamo tutta la volta celeste, abbiamo un Dio che ci sorride, che vuole abitare nella nostra vita. E guardiamo la tv…

Martire o pecora

 Tu, Signore, sei stato molto chiaro:
non hai usato sfumature di linguaggio
né hai fatto niente di accomodante.
Insegnami, o Signore,
in quest’ora grigia del mio tempo
ad andare contro corrente,
a salire i sentieri più deserti,
a sperare ciò che chiamano assurdo,
a credere ciò che sembra utopia,
ad amare come ami tu,
a lottare contro le ingiustizie anche quando
ci rimetto,
a costruire anche da solo ciò che è vero,
a cantare anche da solo ciò che è bello,
a vivere anche da solo ciò che mi hai detto,
giacchè sono convinto
che il martire avrà il suo domani
e la sua storia
mentre la pecora ha solo il suo oggi
e il suo macellaio.

Amen