Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo viaggio Aprile 2020

Un amore incondizionato Il venire al mondo, oggi, sembra essere più difficile che in altri tempi perché pare che lo si debba meritare. Spesso, i figli credono di appartenere alla famiglia per aver meritato l’amore dei genitori, con la loro obbedienza, con le loro prestazioni scolastiche o sportive. Ma quel figlio non sperimenterà mai l’amore dei genitori come amore incondizionato. Dio non ti ama per le tue prestazioni, ma perché sei suo figlio. Ti ama perché sei tu, unico e irripetibile nella storia del mondo. Per Dio sei il capolavoro della creazione…

Le norme del buon maestro
Un manuale di didattica sostiene che il buon maestro ha le seguenti caratteristiche:

  1. Contegno benevolo ma fermo
  2. Linea di condotta chiara
  3. Coerenza
  4. Giustizia
  5. Non fa confusione tra il profitto e la condotta.
  6. Controllo di sé
  7. Contegno esterno decoroso
  8. Parco nel parlare
  9. Dotato di senso dell’umorismo(da M.Casotti, Didattica)

    L’insegnante cristiano è anche…

  1. Armato di pazienza e della convinzione che ogni alunno è uno studente da istruire, un ragazzo da educare, una persona da amare, poiché in lui risplende l’immagine e la somiglianza di Dio.

Per questo la passione educativa arreda il maestro cristiano e lo spinge ad intessere un rapporto intenso con ciascuno dei suoi alunni.
Di lui non si leggerà sui diari: “Non gettate i professori dalla finestra: usate l’apposito cestino”.

Emmaus, un pane spezzato
Tu sei rimasto, Signore, e quella sera è cambiata in un nuovo mattino.
Perché non ti ho riconosciuto, Signore, prima che tu sparissi ai miei occhi, quando camminavi accanto a me?
Ti cercavo dove non eri: nella reggia del potere, sulla poltrona della cultura, sulle barricate delle rivoluzioni, nei sofismi dei salotti d’avanguardia, sulle creste dell’onda quotidiana, sulle strade della gloria e del trionfo.
Invece eri lì, a due passi da me, seduto alla stessa tavola, vestito come me.
Eri lì, accanto a me, nella stanza del mio tramonto, nel gesto banale e quotidiano di una piccola gioia donata, nel segno di un pane che è spezzato per essere donato.
L’utopia della risurrezione che attendevo ora so che ha un nome: si chiama amore.
Il resto, Signore, tutto il resto non è che menzogna.
Per amare vale la pena vivere.
Per amare vale la pena soffrire.
Ed ora, Signore, ai crocicchi delle strade e delle piazze, agli uomini che incontro e alle stelle che ammiro, agli animali che custodisco e alle piante che coltivo, ai venti e alle tempeste, al sole e alla luna, grido e canto alleluia, alleluia, il mio Signore è veramente risorto!

Tu sei il rischio di Dio… L’amore che vuole salvare se stesso non ha domani, esclude l’altro, separa, chiude le porte al quotidiano, si perde nel sogno. Non ha posto per un figlio. Il figlio costringe l’amore ad aprirsi. Come una candela si consuma donando luce, così l’amore dei genitori non alimenta se stesso, ma genera la vita, si apre alla speranza, abbraccia l’eternità, sfida l’incognita del futuro. E’ proprio così, anche per Dio. Per questo tu sei la speranza, la promessa, il rischio dell’amore di Dio

La fontana della Pasqua
Nella mia giornata piena, Signore, non ti ho mai cercato, non ti ho mai pensato, non ti ho mai parlato.
Mille cose dai colori diversi, mille voci dai toni suasivi e accalorati, mille cvolti con altrettante storie nascoste e pesanti, mi hanno catturato e interessato…
Tutto e tutti mi hanno rubato qualcosa, riducendomi a poco a poco, sfinito e snervato, come a larva d’uomo.
Con parole sommesse, con voce appena percettibile, faccia a faccia con la terra che sa di amaro, grido il mio lamento, o Signore, come un giorno hai fatto anche tu.
E tu, Signore, mi hai ascoltato, mi hai guardato e vicino a me sei venuto, e mi hai portato nella grande stanza del tuo cuore, sì che potessi riprendere il mio volto d’uomo che avevo nascosto sotto la coltre pesante della mia interiore stanchezza.
Con mano paziente e delicata hai ricostruito in me il tessuto che si era consunto, hai fatto riscaturire in me la fontana della Pasqua perché chi cerca te in me non resti deluso e amareggiato, ma beva e si rinfranchi e, risorgendo, cammini e sia felice.
(A.Dini, Preghiera vestita, EDB, Bologna)