Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo viaggio Marzo 2021

Preghiera per la famiglia

 O Maria, Vergine madre di Dio,
la tua natività ha annunziato la gioia all’universo:
da te è nato il sole di giustizia,
Cristo nostro Dio.
illumina le nostre famiglie
con la luce divina del suo amore,
rendile consapevoli e liete
del dono immenso che custodiscono,
perchè sappiano trasmetterlo
con fiducia e speranza
di generazione in generazione.

Sposa e madre, donna nascosta di Nazareth,
in piena obbedienza di fede
ed umile coscienza di bimbo
hai educato Gesù, il Figlio di Dio,
a credere ed amare:
sostieni tutte le famiglie
nel trasmettere il senso e la bellezza della vita:
possano irradiare la terra
con la luce dell’amore autentico
e insegnare ai giovani il segreto dono,
il Vangelo vivente: Cristo tuo figlio.
Amen.

Che cosa trovi nei cuori
C’era una volta un uomo seduto ai bordi di un’oasi all’entrata di una città. Un giovane si avvicinò e gli domandò: “Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?”. Gli chiese il vecchio: “Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?”. “Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là”. “Così sono gli abitanti di questa città”, gli rispose il vecchio.

Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all’uomo e gli pose la stessa domanda: “Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?”. “Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?”. “Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli”. “Anche gli abitanti di questa città sono così”, rispose il vecchio.

Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all’abbeveraggio aveva udito le conversazioni. Disse al vecchio: “Come puoi dare due risposte differenti alla stessa domanda posta da due persone?”.

“Figlio mio”, rispose il vecchio, “ciascuno porta il suo universo nel cuore. Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici nell’altra città troverà anche qui degli amici leali. Perché, vedi, le persone sono ciò che noi troviamo in loro”.

La cuoca
«È pronto!». Il marito, che leggeva il giornale, e i due figli, che guardavano la televisione, si misero a tavola.
La donna arrivò.
Ma invece delle solite, profumate portate, mise in centro tavola un mucchietto di fieno. «Ma… ma!», dissero i tre uomini.
La donna li guardò e rispose serafica: «Be’, come avrei potuto immaginare che ve ne sareste accorti? Cucino per voi da vent’anni e in tutto questo tempo non ho mai sentito da parte vostra una parola che mi facesse capire che non stavate masticando fieno».
Per festeggiare il decimo anniversario del matrimonio una donna chiese alla rivista letta dal marito di pubblicare un messaggio per lui. Eccolo: «Grazie, grazie amore mio, perché se oggi sono una donna, una moglie e una madre felice lo devo a te. Grazie perché mi fai sentire sempre e dovunque l’unica donna al mondo per te. Grazie perché mi fai sentire bella. Grazie perché mi fai sentire importante. Grazie per i tuoi sguardi d’amore quando siamo in mezzo alla gente. Grazie per i tuoi “ti amo” lasciati qua e là quando e dove meno me l’aspetto. Grazie perché ci sei. Grazie per questi splendidi anni d’amore».

Come pregare
Non ho saputo dire nulla ad una mamma nel dolore. Il suo bambino di tre anni stava morendo. Io pensavo a tutta quella felicità sconvolta. Non osavo parlare di preghiera. Domandare che cosa? Sentivo che attendeva il mio aiuto, ma non avevo parole, perché noi siamo abituati a chiedere che queste cose non accadano, mentre non siamo abituati a pregare per viverle.
Dio non può essere la mia forza quando cammino a lato delle mie scarpe.
La mia preghiera di uomo coraggioso deve cercare di attirare la forza di Dio nella mia vita reale. Non chiederò che una cosa: “Signore, aiutami a vivere ciò che debbo vivere”.

Il coraggio di vivere
Un uomo si sentiva oppresso dalle difficoltà della vita: “Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”.
Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”.
Tutta l’acqua del bicchiere s’intorbidì e s’insudiciò.
Il maestro prese un’altra manciata di cenere, si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com’era prima.
“Vedi?” spiegò il maestro. “Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”.

 Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite.
Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio. Non la stupida spavalderia, la temerarietà incosciente, ma il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: “Da qualche parte certamente c’è una soluzione ed io la troverò”.