Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo viaggio Dicembre 2021

Scrivilo sulla pietra
Due amici camminavano nel deserto. Durante il viaggio cominciarono a discutere ed un amico diede uno schiaffo all’altro. Quest’ultimo addolorato, ma senza dire nulla, scrisse sulla sabbia: “Il mio migliore amico oggi mi ha dato uno schiaffo”. Continuarono a camminare, finchè trovarono un’oasi, dove decisero di fare il bagno. Colui che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, la il suo amico lo salvò. Dopo che si fu ripreso scrisse su una pietra: “Il mio migliore amico oggi mi ha salvato la vita”. L’altro gli chiese: “Quando ti ho ferito hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai in una pietra. Perché?”. L’amico rispose: “Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo sulla sabbia, dove i venti del perdono possono cancellarlo. Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo”.
Le righe dovrebbero indicare soltanto dove sono stati i sorrisi…

Un “io” senza frontiere
Hanno costruito frontiere, ci hanno separato dagli uomini nostri fratelli. Hanno innalzato muri e distrutto le nostre speranze di futuro. Nel cuore stesso dei popoli hanno seminato divisione. Incapaci di ascoltare gli altri, hanno creato incomprensioni, scavato fossati, eretto steccati. E’ vero. Tanti ostacoli ci separano, di lingua, di razza, di religione, di età… Sono cose che ben conosciamo e che abbiamo cercato di superare con mille ponti.
Ma ogni frontiera ha bisogno del suo varco. Come la linfa di un albero deve scorrere nell’albero per assicurargli la vita, così noi non possiamo vivere restando isolati e immobili.
Abbattiamo ogni dogana che richiede un pedaggio. Spalanchiamo le porte di questo mondo diviso.
Gesù Cristo è venuto per restituirci un’umanità riconciliata.
Spetta a ciascuno di noi stendere le braccia e le mani, perché liberi possiamo, oggi più di ieri, metterci alla sequela di Gesù, per diventare ricchi di prospettive, come lui, veri “io” senza frontiere. (Pascal).

L’aquila e il falco
Un sapiente spiegò a due giovani la natura dell’amore.
Legò un’aquila e un falco, per una zampa, con lacci di cuoio. Poi li liberò. I due uccelli cercarono di volar via, ma non riuscivano. Dopo un po’, irritati, cominciarono a beccarsi l’un l’altro, fino a ferirsi. “Voi siete come l’aquila e il falco, disse ai giovani il sapiente. Se vi terrete legati l’uno all’altro, comincerete a ferirvi a vicenda. Se volete che l’amore tra voi duri a lungo, volate assieme, ma non legati con l’impossibilità di essere voi stessi”.
Se realmente ami qualcuno, lascialo volare con le sue ali.

Il ricco e il saggio
C’era un uomo ricco sempre preoccupato e triste. Andò a trovare un uomo di Dio, sperando che potesse fare qualcosa per la pace della sua anima…
“Guarda fuori dalla finestra”, gli disse il saggio, cosa vedi?”.
“Uomini che vanno e vengono”.
“Bene ora guarda qui, in questo specchio: cosa vedi?”
“Vedo me stesso”.
“E dici bene, riprese l’uomo di Dio. Vedi: la finestra e lo specchio sono fatti dello stesso vetro, ma quello dello specchio è stato coperto da una superficie d’argento. E, nello specchio, tu non vedi altro che te stesso. Togli dunque la superficie d’argento che lo ricopre. Ritroverai il volto dei fratelli che da tempo non vedi più, la compassione.
E vedrai che la gioia tornerà ad abitare in te.
Tu sai vedere gli altri? Oppure ti specchi continuamente?