Il santo viaggio Gennaio 2018
Chi fabbrica luce si sporca le mani La speranza non è un sogno, ma un modo per tradurre in realtà i sogni. L’uomo della speranza, quindi, non sta ad aspettare l’avvento di un mondo nuovo, ma non esita a sporcarsi le mani per costruire questo mondo. Non si gingilla con le sue idee sul futuro, ma vede il futuro come un compito da realizzare. Offre un luogo al proprio progetto, per cui ciò che non esiste da nessuna parte possa finalmente trovare collocazione in una parte precisa del nostro mondo. Non rifugiarti nell’alibi dell’impossibilità, non accucciarti nella tana del realismo, perché per partorire una stella, per fabbricare la luce, è necessario sporcarsi le mani.
“Tutto è possibile presso Dio” (Mc 10,27
Saziami di stupore Mio Dio quanto sei grande! E quanto sono piccolo, quanto è piccolo l’uomo al tuo cospetto! Signore, che io ti conosca. Che io sappia spalancare gli occhi sulla bellezza delle tue opere, con profondità, con intensità, con entusiasmo. Lo splendore della tua gloria non mi lasci indifferente: i nostri occhi tu li hai aperti perché ci saziassimo di te. Sarà questa la piena beatitudine della vita eterna, ma comincia già qui, nella fede.
Il segreto della felicità Elena era una ragazzina dolce e un po’ svagata. Il bosco dietro il paese era diventato il suo rifugio preferito. Un giorno, mentre camminava, vide una farfalla impigliata in un rovo. Con molta cura, facendo attenzione a non rovinarle le splendide ali, la liberò. La farfalla volò via, poi ad un tratto tornò e si trasformò in una splendida fata. “Per ringraziarti della tua gentilezza esaudirò un tuo desideri”, disse la fata. “Elena pensò un attimo poi disse: “Voglio essere felice”. Allora la fata si chinò su di lei, le mormorò qualcosa all’orecchio e scomparve. Elena divenne donna e nessuno al villaggio era più felice di lei. E quando la gente le chiedeva come facesse, lei rispondeva di aver seguito il consiglio di una fata. Gli anni passarono e i figli e i nipotini temevano che il segreto della fata potesse morire con Elena. “Rivelaci che cosa ti ha detto la fatina”, chiedevano. Ed Elena, finalmente, rispose: “Mi ha rivelato che, anche se appaiono sicuri, tutti hanno bisogno di me!”. Tutti hanno bisogno di te. Sei prezioso/a, unico/a, speciale, irripetibile…
Il santo e il topolino Un grande asceta, noto in tutto il mondo per la sua grande santità, abitava in una profonda caverna. Ma un giorno, mentre il santo stava meditando, un topolino sbucò dall’ombra e cominciò a rosicchiargli un sandalo. L’eremita aprì gli occhi arrabbiatissimo. “Perché mi disturbi?”. “Io ho fame, disse il topolino”. “Vattene via, urlò l’eremita, come osi infastidirmi mentre cerco l’unione con Dio?”. “Come fai a trovare l’unione con Dio, chiese il topolino, quando non riesci neppure ad andare d’accordo con me?”. Quanti topolini incontriamo nella nostra giornata! Un figlio insistente, un vicino noioso, un collega invadente… La santità è trovare in quelle relazioni la presenza di Dio!
La dignità umana I miei anni di servizio ai poveri mi hanno aiutato a comprendere che sono precisamente loro quelli che meglio comprendono la dignità umana. Il loro problema principale non consiste nel mancare di denaro, ma non veder riconosciuto il loro diritto ad essere trattai con umanità e amore (Madre Teresa di Calcutta)