Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo Viaggio Ottobre 2018

Raccoglimento  Gli studenti, alle volte, dimenticano di inserire la corretta punteggiatura ai loro elaborati, che risultano composti di frasi disarticolate, di periodi scompaginati. Così spesso è anche la nostra vita, sempre in rincorsa, sempre perduta nel fare, affannata, costruita di brandelli appiccicati. Ci manca il raccoglimento, che è il raccattare i pezzi dell’esistenza e unirli armonicamente. Raccoglimento non significa tanto distaccare, scartare, quanto accogliere. Non eliminare, ma ricucire. Impegniamoci in questo tempo quaresimale, per raccogliere i pezzi della nostra vita e ricondurli ad unità, ponendoci sotto la mano amorevole di Dio. L’amore che si dona non rende poveri, ma più ricchi e vitali. Così donando Gesù all’umanità il Padre ha realizzato la sua multiforme grandezza. Sentiamo la gratitudine per Dio che si è fatto uomo? Siamo capaci di declinare nella nostra vita l’amore come dono di sé, del quale Dio, in Gesù, si è fatto modello? Non è facile pensare che è proprio nel donarla che la vita si realizza. Eppure ci sono tanti esempi in natura: il fiore è animato dalla forza di aprirsi e profumare; il seme dalla spinta a uscire ed innalzarsi… Un fiore non sboccia per beneficiare gli altri, l’usignolo non canta per rallegrare i campi. Un fiore sboccia perché è nello sbocciare che si realizza; un usignolo canta perché è cantando che si esprime. Allo stesso modo l’uomo. Deve donare la vita perché è nel donarla che la realizza: “L’albero dà frutti e non si sente creditore: la sua vita è donare. Se il passante gli toglie il peso del frutto, questa è la sua fortuna più che ricevere” (Tagore). Dormivo e sognavo che la vita era gioia. Mi svegliai e vidi che la vita era servizio. Volli servire e vidi che la vita era gioia” (Tagore).  Nella bottega di un barbiere c’era un bel rasoio. Un giorno tirò fuori la sua lama, che riposava nel manico come in una guaina e rimase meravigliato dei bagliori che il sole produceva specchiandosi in essa. Pensò: “Ed io dovrei consumarmi nel tagliare barbe a zoticoni che affollano questa bottega?”. Così si nascose e per molti mesi non si fece trovare. Finalmente un giorno decise di uscire dal suo manico. Ahimè! La lama, divenuta scura come una sega arrugginita, non rispecchiava più lo splendore del sole. La stessa fine è riservata alle persone che, invece di spendere e donare le loro qualità, preferiscono venire corrose dalla ruggine dell’indifferenza e dell’egoismo. La fede in azione è amore; l’amore in azione è servizio (Madre Teresa di Calcutta).

L’amore e la fede Cerca chi, tra le persone che conosci, può condividere la fede. Vi sosterrete a vicenda, se possibile con la preghiera comune; ma semplicemente guardandovi negli occhi troverete nella vostra unità, innestata nello Spirito di Cristo, il coraggio e la forza per donarvi senza riserve. Scoprirete così la bellezza della comunione fraterna “vissuta grazie a quei continui ricominciamenti che sono le riconciliazioni” (R. Schutz). Vivendo e lavorando insieme ne avrete continua necessità. Diverrete esperti, con il frequente esercizio, di ascolto e di perdono. Il perdono è la prua dell’amore. E “l’amore è la prima e più comune forma di emozione che conduce alla collaborazione” (B.Russel).

Perché questo foglio

Questo sussidio, che l’Ufficio Diocesano di Pastorale Scolastica predisporrà ogni mese, per la durata dell’intero anno scolastico, vuole essere un’occasione rivolta ai cristiani che operano nella scuola, per fermarsi un poco, per sostare, e raccogliere la propria vita e il proprio agire intorno a Gesù Cristo, che li motiva e dona loro senso. Leggere e meditare queste semplici righe può inoltre farci sentire più Chiesa, perché consapevoli che altri, in tutte le scuole della Diocesi, cercano di vivere con coraggio e passione, pur tra mille difficoltà, la loro fede.

Il direttore dell’Ufficio Diocesano
          di Pastorale Scolastica

                (G. Marchioni)