Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo viaggio Gennaio 2019

Il missionario Un missionario che era vissuto in Cina per molti anni e un famoso cantante che vi era rimasto soltanto per due settimane tornavano negli Stati Uniti a bordo della stessa nave. Quando attraccarono il missionario vide una gran folla di ammiratori in attesa del cantante. “Signore, non capisco”, mormorò il missionario. “Ho dedicato 42 anni della mia vita alla Cina, e lui ci è rimasto soltanto due settimane, eppure ci sono migliaia di persone che gli danno il bentornato a casa, mentre per me non c’è nessuno”. E il Signore rispose: “Figliolo, ma tu non sei ancora a casa!”. Un giorno un turista entrò nella casa di un santo uomo e si stupì quando vide che era composta soltanto di una stanza piena di libri. Gli unici mobili erano un tavolo ed una panca. “Dove sono i tuoi mobili?”, chiese il turista. “E i tuoi?, replicò il santo. “I miei? Ma io sono qui solo di passaggio”, disse il turista. “Anch’io”, disse il santo.

Tu mi dai la forza Signore In questa mia stagione, Signore, ci sono tante ombre che calano nel cuore, tanti sbalzi di colore sul mio volto, come se la terra tremasse sotto i piedi. In questa mia stagione, o Signore, ascolto tanti messaggi differenti, tante voci aperte all’avventura, tante esche da abboccare. In questa mia stagione, o Signore, voglio aprirmi alla parola tua, voglio mettere la mia mano nella tua per non sentirmi solo e ingannato. In questa mia stagione, o Signore, mi unisco a tante mani di fratelli per far andar la terra in altro modo, sì che ci sia più spazio alla speranza. In questa mia stagione, o Signore, mi sento tanto piccolo e incapace, ma tu dai sempre forza e mi fai grande perché con me sei tu, amico mio. Posso finalmente guardare, o Signore, fuori dalla mia porta, con gli occhi luminosi e vivi, e camminare a passo svelto con il cuore che canta verso la stagione che presto anche per me verrà. Amen.

Il negozio degli angeli Un giovane sognò di entrare in un grande negozio. A far da commesso, dietro un bancone, c’era un angelo. “Che cosa vendete qui?”, chiese il giovane. “Tutto ciò che desidera”, rispose cortesemente l’angelo. Il giovane cominciò ad elencare: “Vorrei la fine di tutte le guerre del mondo, più giustizia per gli sfruttati, più tolleranza…”. L’angelo lo interruppe: “Mi dispiace, signore. Lei mi ha frainteso. Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo semi”. Il Regno è sempre un inizio, un minuscolo, quasi trascurabile inizio. Dio stesso è venuto sulla terra come un seme, un fermento, un minuscolo germoglio. Un seme è un miracolo. La tua anima è un giardino in cui sono seminate le imprese e i valori più grandi. Li lascerai crescere?

Incontrare il Signore Nella mia giornata piena, Signore, non ti ho mai cercato, non ti ho mai pensato, non ti ho mai parlato. Mille cose dai colori diversi, mille voci dai toni suasivi e accalorati, mille volti con altrettante storie nascoste e pesanti, mi hanno catturato e interessato… Tutto e tutti mi hanno rubato qualcosa, riducendomi a poco a poco, sfinito e snervato, come a larva d’uomo. Con parole sommesse, con voce appena percettibile, faccia a faccia con la terra che sa di amaro, grido il mio lamento, o Signore, come un giorno hai fatto anche tu. E tu, Signore, mi hai ascoltato, mi hai guardato e vicino a me sei venuto, e mi hai portato nella grande stanza del tuo cuore, sì che potessi riprendere il mio volto d’uomo che avevo nascosto sotto la coltre pesante della mia interiore stanchezza. Con mano paziente e delicata hai ricostruito in me il tessuto che si era consunto, hai fatto riscaturire in me la fontana del tuo amore perché chi cerca te in me non resti deluso e amareggiato, ma beva e si rinfranchi, cammini e sia felice. (A.Dini, Preghiera vestita, EDB, Bologna)

Alleluia! Tu sei rimasto, Signore, e quella sera è cambiata in un nuovo mattino. Perché non ti ho riconosciuto, Signore, prima che tu sparissi ai miei occhi, quando camminavi accanto a me? Ti cercavo dove non eri: nella reggia del potere, sulla poltrona della cultura, sulle creste dell’onda quotidiana, sulle strade della gloria e del trionfo. Invece eri lì, a due passi da me, seduto alla stessa tavola, vestito come me. Eri lì, accanto a me, nella stanza del mio tramonto, nel gesto banale e quotidiano di una piccola gioia donata. La risurrezione che attendevo ora so che ha un nome: si chiama amore. Il resto, Signore, tutto il resto non è che menzogna. Per amare vale la pena vivere. Per amare vale la pena soffrire. Ed ora, Signore, ai crocicchi delle strade e delle piazze, agli uomini che incontro e alle stelle che ammiro, agli animali che custodisco e alle piante che coltivo, ai venti e alle tempeste, al sole e alla luna, grido e canto alleluia, alleluia