Il Santo viaggio Novembre 22
Preghiera dell’accoglienza
Aiutami Signore,
ad attendere senza stancarmi,
ad ascoltare senza tediarmi,
ad accogliere senza riserve,
a donare senza imposizioni,
ad amare senza condizioni.
Aiutami ad esserci quando mi cercano,
a dare quando mi chiedono,
a rispondere quando mi domandano,
a far posto a chi entra,
a uscire quando sono di troppo.
Aiutami a vedere te nel mio fratello,
a camminare insieme con lui e con Te:
perché insieme possiamo sedere alla mensa del Padre.
“Se vuoi essere più vicino a Dio stai più vicino alla gente” (K. Gibran)
Il cappellino di Sara
Sara, piangendo, cercò di sistemarsi il cappellino sportivo che le stava un po’ largo. “Coraggio Sara, le disse il papà. Ti ricresceranno presto. Stai reagendo molto bene alla cura e fra qualche mese starai benissimo”. La cura contro il tumore che aveva colpito Sara due mesi prima le aveva fatto cadere tutti i capelli. La mamma la abbracciò: “Forza Sara! Si abitueranno presto, vedrai…”.
Sara tirò su con il naso, si infilò il cappellino, prese lo zainetto e si avviò. Davanti alla porta della Seconda B, il cuore le martellava forte. Chiuse gli occhi ed entrò. Quando riaprì gli occhi per cercare il suo banco, vide qualcosa di strano. Tutti, ma proprio tutti, i suoi compagni avevano un cappellino in testa!
Si voltarono verso di lei e sorridendo si tolsero il cappello esclamando: “Bentornata Sara!”. Erano tutti rasati a zero, anche Marisa così fiera dei suoi riccioli, anche Paolo, anche Elena e Giangi… Tutti! Ma proprio tutti! Si alzarono e abbracciarono Sara che non sapeva se piangere o ridere e mormorava soltanto: “Grazie…”. Dalla cattedra, sorrideva anche il professor Donati, che non si era rasato i capelli, semplicemente perché era pelato di suo e aveva la testa come una palla da biliardo.
Dio è amicizia
La benedizione Un giorno il celebre padre Henri Nouwen fu avvicinato da una ragazza disabile che gli disse: “Henri, mi puoi benedire?”. Padre Nouwen rispose alla richiesta in maniera automatica, tracciando con il pollice il segno della croce sulla fronte della ragazza.
Invece di essere grata, lei protestò con veemenza: “No, questa non funziona. Voglio una vera benedizione!”.
Allora Padre Nowen la abbracciò e le disse: “Janet, so che in questi giorni c’è della tristezza nel tuo cuore, ma voglio che tu sappia che sei l’Amata Figlia di Dio. Sei preziosa agli occhi di Dio. Il tuo bel sorriso, la tua gentilezza verso gli altri e tutte le cose buone che fai, ci mostrano che bella creatura tu sei”. Janet alzò la testa e lo guardò; il suo largo sorriso dimostrò che aveva veramente sentito e ricevuto la benedizione.
La sensazione di essere maledetti spesso colpisce più facilmente che la sensazione di essere benedetti. Dobbiamo riscoprire il senso e la bellezza della benedizione. E quando le cose sono difficili e la vita è pesante ricordati chi sei: sei una persona speciale, sei profondamente amato da Dio e da tutte le persone che sono con te
Il cemento “Padre, disse un giovane ad un saggio, come si costruisce una comunità?”.
Il sapiente rispose: “E’ come costruire una casa. Puoi utilizzare pietre di tutti i generi; quel che conta è il cemento, che tiene insieme le pietre”. Il giovane riprese: “Qual è il cemento della comunità?”. Il saggio si chinò a prendere una manciata di sabbia e disse: “Il cemento è fatto di sabbia e calce, che sono materiali così fragili! Basta un colpo di vento e volano via. Allo stesso modo, nella comunità, quello che ci unisce, il nostro cemento, è fatto di quello che c’è in noi di più fragile e più povero. Possiamo essere uniti perché dipendiamo gli uni dagli altri”.
Facci strumenti di unità Signore Gesù, metti un lucchetto alla porta del nostro cuore, per non pensare male di nessuno, per non giudicare prima del tempo, per non sentir male, per non supporre né interpretare male, per non profanare il santuario sacro delle intenzioni. Signore Gesù, legame unificante della nostra comunità, metti un sigillo alla nostra bocca per chiudere il passo ad ogni mormorazione e ad ogni commento sfavorevole. Concedici di custodire le confidenze che riceviamo, sapendo che il primo e concreto modo di amare è custodire il silenzio. Semina nelle nostre viscere fibre di delicatezza. Dacci uno spirito di profonda cortesia, per riverirci l’un con l’altro, come avremmo fatto con te. Signore Gesù Cristo, dacci la grazia di rispettare sempre. Così sia.