Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo Viaggio Dicembre 22

La mano e la sabbia Giorgio, un ragazzo di tredici anni, passeggiava sulla spiaggia insieme alla madre.
Ad un tratto le chiese: “Mamma, come si fa a conservare un amico quando finalmente si è riusciti a trovarlo?”.
La madre meditò qualche secondo, poi si chinò e prese due manciate di sabbia. Tenendo le palme rivolte verso l’alto, strinse forte una mano: la sabbia le sfuggì tra le dita, e quanto più stringeva il pugno, tanto più la sabbia sfuggiva. Tenne invece ben aperta l’altra mano: la sabbia vi restò tutta.
Giorgio osservò stupito, poi esclamò: “Capisco”.

Una preghiera dal cuore
Signore, aiutami ad essere per tutti un amico,
che attende senza stancarsi,
che accoglie con bontà,
che dà con amore,
che ascolta senza fatica,
che ti ringrazia con gioia,
Un amico che si è sempre certi di trovare
quando se ne ha bisogno.
Aiutami ad essere una presenza sicura,
a cui ci si può rivolgere
quando lo si desidera,
ad offrire un’amicizia riposante,
ad irradiare una pace gioiosa,
la tua pace, o Signore.
Fa’ che sia disponibile e accogliente
soprattutto verso i più deboli e indifesi.
Così senza compiere opere straordinarie,
io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino,
Signore della tenerezza.

L’auto nuova Una giovane donna tornava a casa dal lavoro in automobile. Guidava un’auto nuova fiammante, comprata con i risparmi del marito che aveva fatto parecchie rinunce per poter acquistare quel modello. Ad un incrocio affollato, la donna ebbe un attimo di indecisione e con il parafango andò ad urtare il paraurti di un’altra macchina. La giovane donna scoppiò in lacrime. Come avrebbe potuto spiegare il danno al marito? Il conducente dell’altra auto spiegò che dovevano scambiarsi il numero della patente e i dati del libretto. La donna cercò i documenti in una grande busta di plastica marrone. Cadde fuori un pezzo di carta. In una decisa calligrafia maschile vi erano queste parole: “In caso di incidente…, ricorda, tesoro, io amo te, non la macchina!”
Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l’organizzazione, l’efficienza materiale! Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso.

Tra tante parole …la Parola “Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere… Noi ben sappiamo, fratelli amati da Dio, che siete stati eletti da lui” (1Ts 1,2-4.6-9)
San Paolo ringrazia Dio per gli altri e prega costantemente per loro. E’ il nostro atteggiamento nei confronti degli altri? Ringraziamo costantemente perchè l’altro fratello o sorella esiste? E’ vero che nella vita possiamo incontrare persone ferite, sofferenti, che nascondono il positivo che Dio ha loro regalato, ma spetta a noi pregare per loro, valorizzarli per rigenerare nell’amore e con amore queste persone. Dobbiamo avere la certezza che il positivo è presente in ogni essere umano. Valorizziamo ogni altro che incontriamo, senza scartare nessuno. Così non faremo emarginati, non metteremo nessuno come ultimo, non escluderemo nessuno. Del resto Dio dona l’acqua anche ai “cactus” pieni di spine: anche in loro si realizza la creazione. Tutti, proprio tutti gli esseri umani hanno qualche cosa di buono…

Un papà e il suo bambino Un papà e il suo bambino camminavano sotto i portici di una via cittadina su cui si affacciavano negozi e grandi magazzini. Il papà portava una borsa di plastica piena di pacchetti e sbuffò, rivolto al bambino. “Ti ho preso la tuta rossa, ti ho preso il robot trasformabile, ti ho preso la bustina dei calciatori… Che cosa devo ancora prenderti?”.
“Prendimi la mano” rispose il bambino
Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incaraggiarsi, ridere, passeggiare…
E’ solo questo che porteremo con noi davanti a Dio. Noi e la nostra capacità d’amare. Non le cose, neanche i vestiti, neanche questo corpo…