Il Santo Viaggio Gennaio 2023
Il segreto della felicità Un giovane domandò al più saggio di tutti gli uomini il segreto della felicità. Il saggio suggerì al giovane di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. “Solo ti chiedo un favore” concluse il saggio, consegnandogli un cucchiaino su cui versò due gocce d’olio. “Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l’olio”. Dopo due ore il giovane tornò e il saggio gli chiese: “Hai visto gli arazzi della mia sala da pranzo? Hai visto i magnifici giardini? Hai notato le belle pergamene?”. Il giovane, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d’olio. “Ebbene, questo è l’unico consiglio che ho da darti” concluse il saggio. “Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza mai dimenticare le due gocce d’olio nel cucchiaino”.
“Infine, fratelli, prendete in considerazione tutto quel che è vero, buono, giusto, puro, degno di essere amato e onorato; quel che viene dalla virtù ed è degno di lode” (San Paolo ai Filippesi 4,8). Senza mai dimenticare l’essenziale!
Come una filigrana
Mi hanno spiegato a scuola cosa è una filigrana.
E’ una carta che,
se tu la guardi distrattamente,
e in un posto poco illuminato,
sembra bianca, vuota, inutile.
Ma se tu la guardi controluce
Ti rivela stupende figure.
Il professore ce lo ha dimostrato.
Ha messo la carta bianca
Contro i vetri della finestra:
è apparso un bellissimo volto di Cristo.
Io, Signore, ho pensato
Che l’uomo è come una filigrana.
Se lo guardi, distratto,
vedi poco, quasi niente.
Ma se tu lo guardi per bene,
nella luce,
in ognuno scopri lo stupendo tuo volto.
L’uomo, ogni uomo
È una filigrana preziosa.
Signore, aiutami
a vedere gli uomini controluce
(T. Lasconi).
La scelta
Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito: “Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”.
Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”.
Tutta l’acqua del bicchiere s’intorbidì e s’insudiciò. Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com’era prima.
“Vedi?” spiegò il maestro. “Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”.
Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite.
Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio. Non la stupida spavalderia, la temerarietà incosciente, ma il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: “Da qualche parte certamente c’è una soluzione ed io la troverò”
Tra tante parole… la Parola
“Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino al grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra” (Is 49,1-4).
Per non emarginare nessuno è indispensabile ricordarci per noi stessi e per gli altri che siamo stati pensati, voluti, amati, progettati, costruiti e creati da Dio. Ciascuno di noi è stato pensato da Dio fin dall’eternità. Il nostro nome, la nostra identità è stata affermata, detta, pronunciata da Dio fin dal grembo materno.
Le persone non nascono per caso, non vivono per caso, non muoiono per caso.
La nostra vita non è in balia del destino, del fato, della fortuna; la nostra vita è nelle mani di Dio.
Noi abbiamo la gioiosa certezza che Dio, è un Padre, ci ha creati. Dio ci ama, ci aspetta, ci desidera, cerca la nostra collaborazione. Il sentirci cercati da Dio ci fa star bene, ci permette di amare gratis il prossimo.
Il sentirci amati da Dio ci permette di vivere, nonostante i nostri limiti, nonostante le difficoltà della vita. Il sentirci amati da Dio ci rende forti, per poter amare gli altri.
A piccoli passi Un giovane studente che aveva una gran voglia di impegnarsi per il bene dell’umanità, si presentò un giorno da San Francesco di Sales e gli chiese:
“Che cosa devo fare per la pace del mondo?”.
San Francesco di Sales gli rispose sorridendo:
“Non sbattere la porta così forte…”.
Sono sempre i piccoli inconvenienti che fanno i grandi litigi. Molti divorzi cominciano per dei calzini dimenticati sotto il letto. Ma anche i grandi amori sono fatti di tante piccole cose.