Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo Viaggio Febbraio 2023

Farsi abbracciare dalla preghiera “Essere presenza”, Signore, è parlare di te senza nominarti. Tacere nel momento in cui è necessario che siano i gesti al posto della parola. Essere luce che illumini il linguaggio del silenzio e voce che, anche se sorge dalla vita, non parla. E’ dire agli altri che gli stiamo vicini, pur essendo grande la distanza che ci separa. E’ intuire la speranza degli altri e semplicemente riempirla. E’ soffrire insieme con quello che soffre e mostrargli che Dio guarisce le nostre piaghe. E’ ridere con quello che ride e gioire del fratello perché ama. E’ gridare con tutta la forza delo Spirito, la verità che è Dio soltanto che ci salva. E’ vivere esposto e senza armi, affidandosi ciecamente alla sua Parola. E’ essere pellegrino in un cammino pieno di fratelli, che gridano nel silenzio che tu sei vivo e ci tieni stretti nelle tue mani (Cardinale Pironio).

Gli auguri Carlo era un bambino timido e tranquillo. Un giorno arrivò a casa e disse a sua madre che avrebbe voluto preparare una cartolina di San Valentino per tutti i suoi compagni di classe.
La madre istintivamente esclamò: «Ma no!». Si era accorta, infatti, che il suo Carlo rimaneva sempre da solo. I suoi compagni ridevano e formavano un’allegra e rumoro­sa combriccola. Ma Carlo non faceva mai parte del gruppo. Per tre settimane, sera dopo sera, Carlo preparò meticolosamente trentacinque car­toline di San Valentino. Giunto il giorno fatidico Carlo mise le cartoline nello zainetto e corse fuo­ri. La madre sapeva che lui avrebbe dato una cartolina a tutti, ma non ne avrebbe ricevuta nemmeno una. Quando Carlo tornò la madre si aspettava che scoppiasse in lacrime. Sentì che diceva: «Nean­che uno. Neanche uno!».
La madre lo guardò incerta. E il bambino aggiunse: «Non ne ho dimenticato neanche uno, neanche uno».
«Questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quel­li che mi ha dato» (Giovanni 6,39). Neanche uno.

 

La maniglia C’è un quadro famoso che rappresenta Gesù in un giardino buio. Con la mano sinistra alza una lam­pada che illumina la scena, con la destra bussa ad una porta pesante e robusta. Quando il quadro fu presentato per la prima vol­ta ad una mostra, un visitatore fece notare al pittore un particolare curioso. «Nel suo quadro c’è un errore. La porta è senza maniglia». «Non è un errore» rispose il pittore. «Quella è la porta del cuore umano. Si apre solo dall’interno». L’aeroporto ven­ne investito da un furioso temporale. I passeggeri erano saliti sull’aereo: il decollo era prossimo.
Improvvisamente si vide un uomo che correva ver­so l’aereo, riparandosi come poteva, con un imper­meabile. Il ritardatario bussò energicamente alla porta dell’aereo, chiedendo di entrare. L’hostess gli spie­gò a segni che era troppo tardi.
Niente da fare: l’uomo insisteva e chiedeva di en­trare. Alla fine, l’hostess cedette e aprì lo sportello. E rimase a bocca aperta. Quell’uomo era il pilo­ta dell’aereo.
Attento! Non lasciare a terra il pilota della tua vita.

Ascoltami Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu cominci a darmi dei consigli, tu non fai ciò che ti ho chiesto. Quando ti chiedo di ascoltarmi e tu senti di dover fare qualcosa per risolvere il mio problema, tu manchi nei miei confronti. Ascolta! Tutto ciò che ti chiedo è che tu mi ascolti, non che tu parli, non che tu faccia qualcosa per me. Io posso agire e fare delle cose da me stesso, non sono impotente. Sì, sono un po’ stanco, scoraggiato, esitante, vacillante ma non impotente. Quando tu fai qualcosa per me che io stesso posso e ho bisogno di fare, tu contribuisci alla mia paura e accentui la mia inadeguatezza, ma quando tu accetti come un semplice fatto che io senta ciò che sento, io posso smettere di convincerti e posso tentare di cominciare a comprendere che cosa c’è dietro questi miei sentimenti irrazionali. Quando è chiaro, le risposte diventano evidenti e non ho bisogno di consigli (Testo Indiano anonimo).

Tra tante parole… la Parola
“Dio lo chiamò dal roveto e disse: ‘Mosè, Mosè!’. Rispose: ‘Eccomi’ “ (Es 3,4)
Disse qualcuno che il caso non esiste: è Dio in incognito. E’ Dio che sta dietro gli eventi, occupandoli per interagire con ciascun uomo, interpellato dalla voce divina che gli parla nella vita di ogni giorno. . Oggi, per la verità, il quotidiano è visto come luogo della banalità, da accettare con spirito di sacrificio e adattamento, senza entusiasmo, sperando che qualche avvenimento irrompa per interrompere la noia. In realtà la capacità di gustare lo straordinario e la festa si acquisisce soltanto se essa è innestata nel quotidiano, che non bisogna subire né sfuggire, ma spolverare e interpretare, scoprendolo affascinante, pieno di senso. E’ Dio, per il cristiano, il senso pieno della realtà, abitata, scandita, indirizzata dal suo progetto d’amore. Cercare e rintracciare l’azione di Dio nella realtà dà ad ogni cosa, ad ogni fatto, per quanto usuale, i connotati dell’inedito, del nuovo, perché negli avvenimenti, anche i più comuni, si avverte il presagio di Dio, che offre una meta, un compito.

 

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Il Santo Viaggio Gennaio 2023

Il segreto della felicità Un giovane domandò al più saggio di tutti gli uomini il segreto della felicità. Il saggio suggerì al giovane di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. “Solo ti chiedo un favore” concluse il saggio, consegnandogli un cucchiaino su cui versò due gocce d’olio. “Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l’olio”. Dopo due ore il giovane tornò e il saggio gli chiese: “Hai visto gli arazzi della mia sala da pranzo? Hai visto i magnifici giardini? Hai notato le belle pergamene?”. Il giovane, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d’olio. “Ebbene, questo è l’unico consiglio che ho da darti” concluse il saggio. “Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza mai dimenticare le due gocce d’olio nel cucchiaino”.
“Infine, fratelli, prendete in considerazione tutto quel che è vero, buono, giusto, puro, degno di essere amato e onorato; quel che viene dalla virtù ed è degno di lode” (San Paolo ai Filippesi 4,8). Senza mai dimenticare l’essenziale!

Come una filigrana
Mi hanno spiegato a scuola cosa è una filigrana.
E’ una carta che,
se tu la guardi distrattamente,
e in un posto poco illuminato,
sembra bianca, vuota, inutile.
Ma se tu la guardi controluce
Ti rivela stupende figure.
Il professore ce lo ha dimostrato.
Ha messo la carta bianca
Contro i vetri della finestra:
è apparso un bellissimo volto di Cristo.
Io, Signore, ho pensato
Che l’uomo è come una filigrana.
Se lo guardi, distratto,
vedi poco, quasi niente.
Ma se tu lo guardi per bene,
nella luce,
in ognuno scopri lo stupendo tuo volto.
L’uomo, ogni uomo
È una filigrana preziosa.
Signore, aiutami
a vedere gli uomini controluce
(T. Lasconi).

La scelta
Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito: “Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”.
Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”.
Tutta l’acqua del bicchiere s’intorbidì e s’insudiciò. Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente com’era prima.
“Vedi?” spiegò il maestro. “Ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”.

 Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite.
Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio. Non la stupida spavalderia, la temerarietà incosciente, ma il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: “Da qualche parte certamente c’è una soluzione ed io la troverò”

Tra tante parole… la Parola
“Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino al grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra” (Is 49,1-4).
Per non emarginare nessuno è indispensabile ricordarci per noi stessi e per gli altri che siamo stati pensati, voluti, amati, progettati, costruiti e creati da Dio. Ciascuno di noi è stato pensato da Dio fin dall’eternità. Il nostro nome, la nostra identità è stata affermata, detta, pronunciata da Dio fin dal grembo materno.
Le persone non nascono per caso, non vivono per caso, non muoiono per caso.
La nostra vita non è in balia del destino, del fato, della fortuna; la nostra vita è nelle mani di Dio.
Noi abbiamo la gioiosa certezza che Dio, è un Padre, ci ha creati. Dio ci ama, ci aspetta, ci desidera, cerca la nostra collaborazione. Il sentirci cercati da Dio ci fa star bene, ci permette di amare gratis il prossimo.

Il sentirci amati da Dio ci permette di vivere, nonostante i nostri limiti, nonostante le difficoltà della vita. Il sentirci amati da Dio ci rende forti, per poter amare gli altri.

A piccoli passi Un giovane studente che aveva una gran voglia di impegnarsi per il bene dell’umanità, si presentò un giorno da San Francesco di Sales e gli chiese:
“Che cosa devo fare per la pace del mondo?”.
San Francesco di Sales gli rispose sorridendo:
“Non sbattere la porta così forte…”.
Sono sempre i piccoli inconvenienti che fanno i grandi litigi. Molti divorzi cominciano per dei calzini dimenticati sotto il letto. Ma anche i grandi amori sono fatti di tante piccole cose.

 

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