Pastorale Scolastica

Diocesi di Piacenza-Bobbio

Il Santo viaggio Maggio 2022

Barare è vincere?
Io baro, tu bari, noi bariamo.
Scopiazzate a scuola, imbrogli nella vita.
Io baro per paura di farmi valere, per darmi un’immagine, per stare al passo con gli altri.
Baro come tutti, senza sapere, a volte, neanche il perché.
Ma perché rinunciare quando si può ottenere di più?
Baro in famiglia e con gli amici. E’ diventata una droga, una mania. Cammino su un terreno franoso e, senza accorgermi, mi allontano dal bene.
Baro nella vita, baro con la mia vita. Questo, fino al giorno in cui la maschera cadrà, la verità sarà alfine svelata, e la mia personalità sarà nuda.
Gesù ha affrontato le proprie responsabilità. All’imbroglio ha preferito la forza della verità.
Non è certo la via più comoda, ma è l’unica che permette di crescere nell’autenticità.
L’imbroglio è sconfitta. Accettiamo di essere noi stessi, di essere veri (B. Pascal)

L’abbraccio
Lo scrittore Renè Bazin racconta di essere entrato una domenica in chiesa. Il sacerdote stava commentando la Parola di Dio a dei fanciulli: era il racconto della passione e c’era una grande commozione nel cuore di tutti. Il prete chiese: “Se noi fossimo stati al posto di Giuda, vedendo Gesù morire con tanto amore, che avremmo fatto?”. Il più piccolo dei presenti chiese di parlare e con dolce fermezza rispose: “Io, se fossi stato al posto di Giuda, anziché disperarmi, sarei corso da Gesù, gli avrei gettato le braccia al collo e gli avrei gridato: Gesù, perdonami!”.

Il giorno in cui il bambino si avvede che non tutti gli adulti sono perfetti diventa adolescente. Il giorno in cui li perdona diventa adulto. Il giorno in cui perdona se stesso diventa saggio…

Quanto pregare
E’ un po’ quello che capita a due amici: se due persone si vogliono davvero bene, cercano di vedersi, di incontrarsi, di parlarsi.: il dialogo diventa espressione del loro amore. Se intendo fare una seria esperienza di preghiera, ti accorgerai di dover attraversare tre tappe:
incominci a “parlare a Dio”,
ti trovi a “parlare con Dio”,
e infine scopri che “pregare è ascoltare Dio”.
Così capirai che tutta la vita è preghiera, se vissuta in comunione con Dio, in amicizia con lui.
Non si prega “fuori” dalla vita, ma “con” la vita.
Ti confido, però, per esperienza, che se è vero quanto detto è anche vero che pregare richiede un tempo da dedicare solo a Dio, per restare a tu per tu con lui.
Quanto tempo tu doni alla preghiera nella tua giornata?

In una stretta d’amore
Sorgente aspetto da te l’acqua viva, tra le mie rive di tutti i giorni. Senza te io sarei acqua stagnante, che imputridisce e muore. Sole, aspetto da te la luce, di giorno, per la mia strada. Senza te non sarei che una barca dimenticata, che dal porto non lascia mai il molo. E da te, l’artista, attendo che tu faccia sprizzare dal mio legno e dalle mie corde una vita misteriosa, poiché senza te non sarei che uno strumento inutile, addormentato, immobile e muto, nello scrigno dei miei giorni. Io vengo davanti a te, eccomi artista ineffabile, e come violino rannicchiato, nelle tue braccia amorose, raccolto e libero, sotto le tue dita che mi cercano, io mi offro per sposarti in una stretta d’amore, e il nostro fanciullo sarà musica, perché canti il mondo (M. Quoist).

Ma che sia una regina
C’era una volta una città famosa. Siccome i suoi abitanti erano decisi e laboriosi, crebbe velocemente, tanto che un bel giorno gli abitanti decisero di eleggere un re.
Chi proponeva un nobile, chi un uomo forte, o coraggioso, o il meglio vestito…
Da tutte le parti scoppiavano grida, minacce, armi che si incrociavano.
Un vecchio saggio, riportata la calma, suggerì: “Chiamiamo un bambino innocente e sia lui ad eleggere un re tra di noi”.
La proposta fu approvata. Portarono all’anziano un bambino, al quale fu chiesto: “Chi vuoi che sia il re di questa grande città?”.
Il bambino li guardò, si succhiò il pollice per un po’, poi disse: “Io non voglio un re. Voglio una regina: la mia mamma”.
Le mamme al governo. E’ un’idea magnifica. Il mondo sarebbe certamente più pulito, si direbbero meno parolacce, tutti darebbero la mano ad uno più grande prima di attraversare la strada…

Dio l’ha pensata allo stesso modo. E ha fatto Maria.

 

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Il Santo Viaggio Aprile

Alzati e cammina!
Gesù non vuole che viviamo strisciando a terra.
Al paralitico disse: “I tuoi peccati sono perdonati. Alzati e cammina!”.
Gesù non vuole che viviamo nel fango, che sguazziamo nella melma, nutrendoci di avanzi contaminati.
Anche il figlio prodigo tornò da suo padre, che lo rivestì con abiti caldi e puliti.
Gesù non vuole che sprofondiamo in acque torbide, come Pietro, che quando rinnegò il suo amato maestro annegò il rimorso in lacrime amare.
Bastò uno sguardo di Cristo, per restituirgli la dignità e il rispetto di se stesso.
Gesù non vuole che cadiamo nella disperazione del peccato. Continuò ad amare Giuda anche dopo il suo tradimento.
E accordò il perdono e la vita eterna al malfattore crocifisso accanto a lui.
Ti senti amata/o da Gesù?
Sappi che anche se ti senti sconfitta/o, se sei abbattuta/o, se sei nelle tenebre, lui viene a cercarti.
E quando un  cuore si apre, non è la sua tenebra che esce, ma è la luce del Signore che entra!

La pietra azzurra
Una bambina entrò in una famosa gioielleria e indicò uno splendido collier. “Disse al gioielliere: “Puoi farmi un pacco regalo?”. Quello rispose: “Quanti soldi hai?”. La bimba, in punta di piedi, versò il contenuto di una scatoletta sul banco: ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, alcune conchiglie, delle figurine. “Bastano? Voglio fare un regalo a mia sorella. Da quando non c’è più la mamma è lei che ci fa da mamma e non ha più tempo per sè”. L’uomo incartò il collier e lo consegnò alla bambina. Un’ora dopo entrò in negozio una bella ragazza con due meravigliosi occhi azzurri. “Questa collana è stata comprata qui?”. “Sì signorina”. “E quanto è costata?”. “I prezzi praticati nel mio negozio riguardano solo il mio cliente e me”. “Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Come poteva pagare un collier come questo?”. Il gioielliere riconsegnò il pacco alla ragazza. “Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva”.

“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).

I miei genitori sono separati
Eccomi davanti a te, Signore, con il mio fardello gettato, donato, e dopo tanti giorni e anni, stretto tra le mie braccia.
Ora so, Signore, chi sono.
Sono il luogo del loro incontro,
sono il legame che non può essere sciolto.
Sono la carne che non può essere separata.
Sono il “loro” amore che vive finchè vivrò.
Sono loro due in me, per sempre.
Voglio vivere, Signore, perché essi vivano,
crescere perché essi crescano,
amare perché essi amino,
e, silenziosamente, genererò i miei genitori,
darò un senso e una pienezza alla loro vita,
cercando di trovarlo per la mia.
Abbelliamo ai nostri genitori la sera della loro vita, come essi hanno abbellito l’aurora della nostra 

La forza della semplicità
Un uomo sussurrò: “Dio parla con me!”. E un usignolo cominciò a cantare, ma l’uomo non lo ascoltò.
Allora l’uomo ripetè: “Dio parla con me!”. E si sentì l’eco di un tuono, ma l’uomo fu incapace di ascoltare.
L’uomo si guardò attorno e disse: “Dio, fa che veda!”. E una stella brillò nel cielo, ma l’uomo non la vide.
L’uomo cominciò a gridare: “Dio, mostrami un miracolo!”. E nacque un bambino, ma l’uomo non sentì il battere della vita.
Allora l’uomo cominciò a piangere e a disperarsi: “Dio, toccami e fammi sapere che sei qui con me!”. E una farfalla si pose dolcemente sulla sua spalla. L’uomo spaventò la farfalla con una mano e deluso continuò la sua strada, triste, solo, con il cuore pieno di paura.
Dove c’è la vita, lì c’è Dio. Sei capace di riconoscerlo?

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“(Le donne) vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: ‘Chi ci rotolerà via il masso all’ingresso del sepolcro?’ “ (Mc 16,2-3).

Tu non sei un frammento destinato a finire nel nulla e quindi impegnato ad affermarti per compensare con i tuoi successi il vuoto che lentamente afferra la tua vita; ma sei un abitante dell’eternità, della quale puoi gustare tutto il sapore affidandoti alla delicatezza divina. Ma è proprio questo passaggio che si fa problematico. L’orgoglio e la superbia, che apparentemente ti offrono sicurezze nell’immediato, sperimentato come sotto controllo, dipendente dalle tue decisioni, in realtà ti legano, ti nascondono la luce, la verità, come quel masso si frapponeva tra Cristo e la vita. La risurrezione di Gesù ti interpella e ti provoca. Puoi dimenticartene e lasciarti catturare nuovamente dalle tue ansie; ma puoi anche contemplarla e scoprire un atteggiamento nuovo verso la vita, che non è più rincorsa ansimante, ma luogo dell’incontro con l’Amore

 

 

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IL Santo Viaggio Marzo 2022

Giallo in fabbrica
Una fabbrica aveva problemi di furti. Ogni giorno veniva rubata della merce. Così venne assunta una guardia che controllasse gli operai all’uscita. Ultimo ad uscire era sempre un omino che spingeva un carrello pieno di rifiuti; e la guardia frugava tra mozziconi, bicchieri di plastica, involucri di alimenti… ma non trovava mai nulla. Una sera il guardiano, esasperato, disse all’uomo: “Senti, lo so che sei tu il ladro, ma non riesco a scoprirti. Se mi dici come fai prometto di non denunciarti”.
“Semplice, rispose l’uomo, io rubo carrelli!”.
Pensiamo che il senso della vita stia nell’avere premi e piaceri. Così rovistiamo tra i nostri giorni, i nostri anni, alla ricerca della ricompensa, del successo, come la guardia che cerca le cose di valore tra i rifiuti, lasciandosi scappare la cosa più ovvia: quando avremo imparato a vivere, la vita stessa sarà la ricompensa

Mass media
*I mezzi di comunicazione toccano il problema della originalità e della libertà dell’uomo, di ogni uomo, anche a sua insaputa. *Chi ti propone un messaggio non sempre ha un interesse per te uomo: a lui interessi in quanto consumatore, in quanto gli servi. *La formula della tecnica pubblicitaria americana: “Noi non insegniamo a vendere prodotto, ma a comprare l’acquirente”. *Vedi gli spot in TV? Ricordati che non offrono solo prodotti, ma atteggiamenti… Dietro ci sta una mentalità, un certo modo di pensare la vita. *Chi fa la pubblicità cerca continuamente di scoprire di che cosa ha bisogno la gente, o di indovinare di che cosa potrebbe aver bisogno o di suggerire nuovi bisogni, o persino di persuadere la gente che ha bisogno di cose di cui, in realtà, non ha bisogno affatto.

Socrate, passeggiando nel mercato di Atene, dopo aver osservato le merci esposte, disse: “Oggi ho scoperto di quante cose NON ho bisogno!”

Dove cercare Dio
Trovare Dio in tutte le cose è una meta stupenda. E’ il frutto che matura in colui che si mette in cammino e dirige i suoi passi verso il cuore. E’ lì che Dio si nasconde, nel cuore di tutto ciò che esiste. Dio è il cuore della nostra vita. Trovare Dio in tutte le cose è partire dalle cose per trovare Dio. Fermati. Osserva. Non vedi che le cose “parlano”? Che cosa provi quando vedi che il sole tramonta? E quando osservi un fiore? Una zolla di terra, un lembo di cielo, un frammento di pane, l’acqua che bolle nella pentola… sono tutte cose che possono sorprenderti. Fermati ancora. La preghiera è dentro di te. E’ il tuo essere che prega. Anche quando non ci pensi. Anche quando non gli “corri” dietro. Adesso sai dov’è Dio. Hai ancora bisogno di cercarlo? (Oreb, Scuola di preghiera).

Parlaci dei figli
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della fame che in se stessa ha la vita.
Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi.
E non vi appartengono, benchè viviate insieme.
Potete amarli, ma non costringerli ai vostri pensieri., poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro, poiché abitano case future, che neppure in sogno potete visitare.
Cercherete d’imitarli, ma non potrete farli simili a voi, poiché la vita procede e non s’attarda su ieri.
Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccati lontano.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con la forza vi tende, affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane.
In gioia siate tesi nelle mani dell’Arciere.
Poiché, come ama il volo della freccia, così l’immobilità dell’arco (K. Gibran, Il profeta).

Il gatto
Un bambino di 9 anni scrive: “Il mio gatto è un po’ spelacchiato perché la sua mamma lo lecca sempre come se fosse un gelato.
Fa così perché vuole che il suo cucciolo sia sempre pulito e non faccia brutte figure quando va a passeggio con gli amici.
Nell’istituto vicino a casa mia ci sono dei bambini orfani che a volte piangono perché non hanno nessuno che li lecca.
Non è giusto, perché tutti i bambini dovrebbero essere leccati dalle loro mamme quando sono piccoli”
Se qualcuno ama un fiore di cui esiste un unico esemplare in milioni e milioni di stelle, solo guardare le stelle basta a farlo felice.
Può dirsi: “Il mio fiore è là, in qualche luogo…”. Ma se la pecora mangia il fiore, è come se per lui tutto a un tratto le stelle si spegnessero… (Dal Piccolo Principe)

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Il Santo viaggio Febbraio

Il leone
Uno scultore stava lavorando con il suo martello e lo scalpello ad un grande blocco di marmo. Un bambino, che stava passeggiando leccando il gelato si fermò a guardare la pioggia di polvere bianca e le pietruzze che cadevano a lato. Non sapeva che cosa quell’uomo stesse facendo e gli sembrava un po’ strano. Qualche settimana dopo il bambino ripassò davanti allo studio e con sua grande sorpresa vide un grande e possente leone al posto dove prima c’era il blocco di marmo. Tutto eccitato il bambino corse dallo scultore e gli disse: “Signore, dimmi, come hai fatto a sapere che c’era un leone nella pietra?”.

Ogni istante della tua vita è una pagina bianca. Tocca a te scriverla. E, anche se a qualcuno puoi sembrare un blocco di pietra, dentro di te c’è un leone. Tocca a te farlo uscire.

Una strana forma di preghiera
Prova a pregare il giornale. Specialmente le pagine di cronaca, protagonisti centinaia di sconosciuti.
Fai passare nella tua preghiera tutto il mondo.
Obbliga la tua preghiera a camminare lungo le strade degli uomini.
Lo so che il Signore sa già tutto.
Eppure ha bisogno delle nostre informazioni.
Lui non ha bisogno del giornale.
Ma ha bisogno di te.
Le notizie, nella loro crudezza, le possiede già.
Ma aspetta quelle stesse notizie filtrate dal tuo amore, interpretate dalla tua sensibilità.
E’ questo il giornale che interessa al Signore.
I drammi, le angosce, le attese, le gioie, le follie, gli avvenimenti degli uomini, conosciuti attraverso le vibrazioni che suscitano in te (Alessandro Pronzato).

La scuola è inutile?
Mai un inventore è stato così incompreso come colui che un giorno ha inventato la scuola.
Generazioni di studenti hanno pensato a potersela togliere dai piedi (magari illudendosi che il lavoro sarebbe stato una grande vacanza…).
Generazioni di insegnanti l’hanno sopportata, con la prospettiva di una pensione liberatrice.
Eppure…
Quanti studenti hanno pensato che al di là della battaglia navale durante l’ora di matematica e del diploma a fine anno la scuola fornisse mezzi per affrontare meglio la vita …
Quanti professori hanno ritenuto che, oltre alla capitale del Nepal e al secondo teorema di Euclide, fosse importante per i loro allievi imparare a capire la società con le sue tradizioni, le sue norme, le sue incertezze…
Quanti, durante la pandemia e la chiusura delle scuole, hanno desiderato tornare in aula, per rivivere la bellezza dell’incontro e la gioia di condividere un itinerario di crescita…

Il diritto di parlare
Un noto professore ateo terminò la sua dotta conferenza in cui aveva attaccato Gesù in tutti i modi con il classico: “Qualche domanda?”. Un ex notorio ubriacone, che si era convertito da poco, si alzò e cominciò lentamente a sbucciare un’arancia.
“Allora?”.
Quello continuò imperturbabile e cominciò a mangiare uno spicchio dopo l’altro. Infine chiese al professore: “Era dolce o asprigna?”.
“Come faccio a saperlo? Non l’ho mica assaggiata!”.
“Così con Gesù. Come fai a parlarne in questo modo, se non lo hai mai incontrato?”
E’ il principio più importante dell’educazione: nessuno guida un altro dove non è mai stato

La responsabilità dell’educatore
Mi reggevano,
perché non cadessi.
Mi frenavano,
perché non scappassi.
Mi impaurivano,
perché non amassi.
Mi colpevolizzavano,
perché non vivessi.
Adesso
Con la vita mia
tutta nelle mie mani
ho paura di cadere
ho paura di scappare
ho paura di amare
ho paura di vivere

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Il Santo viaggio Dicembre 2021

Scrivilo sulla pietra
Due amici camminavano nel deserto. Durante il viaggio cominciarono a discutere ed un amico diede uno schiaffo all’altro. Quest’ultimo addolorato, ma senza dire nulla, scrisse sulla sabbia: “Il mio migliore amico oggi mi ha dato uno schiaffo”. Continuarono a camminare, finchè trovarono un’oasi, dove decisero di fare il bagno. Colui che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, la il suo amico lo salvò. Dopo che si fu ripreso scrisse su una pietra: “Il mio migliore amico oggi mi ha salvato la vita”. L’altro gli chiese: “Quando ti ho ferito hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai in una pietra. Perché?”. L’amico rispose: “Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo sulla sabbia, dove i venti del perdono possono cancellarlo. Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi, dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo”.
Le righe dovrebbero indicare soltanto dove sono stati i sorrisi…

Un “io” senza frontiere
Hanno costruito frontiere, ci hanno separato dagli uomini nostri fratelli. Hanno innalzato muri e distrutto le nostre speranze di futuro. Nel cuore stesso dei popoli hanno seminato divisione. Incapaci di ascoltare gli altri, hanno creato incomprensioni, scavato fossati, eretto steccati. E’ vero. Tanti ostacoli ci separano, di lingua, di razza, di religione, di età… Sono cose che ben conosciamo e che abbiamo cercato di superare con mille ponti.
Ma ogni frontiera ha bisogno del suo varco. Come la linfa di un albero deve scorrere nell’albero per assicurargli la vita, così noi non possiamo vivere restando isolati e immobili.
Abbattiamo ogni dogana che richiede un pedaggio. Spalanchiamo le porte di questo mondo diviso.
Gesù Cristo è venuto per restituirci un’umanità riconciliata.
Spetta a ciascuno di noi stendere le braccia e le mani, perché liberi possiamo, oggi più di ieri, metterci alla sequela di Gesù, per diventare ricchi di prospettive, come lui, veri “io” senza frontiere. (Pascal).

L’aquila e il falco
Un sapiente spiegò a due giovani la natura dell’amore.
Legò un’aquila e un falco, per una zampa, con lacci di cuoio. Poi li liberò. I due uccelli cercarono di volar via, ma non riuscivano. Dopo un po’, irritati, cominciarono a beccarsi l’un l’altro, fino a ferirsi. “Voi siete come l’aquila e il falco, disse ai giovani il sapiente. Se vi terrete legati l’uno all’altro, comincerete a ferirvi a vicenda. Se volete che l’amore tra voi duri a lungo, volate assieme, ma non legati con l’impossibilità di essere voi stessi”.
Se realmente ami qualcuno, lascialo volare con le sue ali.

Il ricco e il saggio
C’era un uomo ricco sempre preoccupato e triste. Andò a trovare un uomo di Dio, sperando che potesse fare qualcosa per la pace della sua anima…
“Guarda fuori dalla finestra”, gli disse il saggio, cosa vedi?”.
“Uomini che vanno e vengono”.
“Bene ora guarda qui, in questo specchio: cosa vedi?”
“Vedo me stesso”.
“E dici bene, riprese l’uomo di Dio. Vedi: la finestra e lo specchio sono fatti dello stesso vetro, ma quello dello specchio è stato coperto da una superficie d’argento. E, nello specchio, tu non vedi altro che te stesso. Togli dunque la superficie d’argento che lo ricopre. Ritroverai il volto dei fratelli che da tempo non vedi più, la compassione.
E vedrai che la gioia tornerà ad abitare in te.
Tu sai vedere gli altri? Oppure ti specchi continuamente?

 

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IL Santo viaggio Novembre 2021

Il giudizio universale
Dopo una vita semplice e serena, una donna morì e si trovò subito a far parte di una lunga e ordinata processione verso il Giudice Supremo. Udì il Signore che diceva ad uno: “Tu mi hai soccorso quando ero ferito in autostrada e mi hai portato in ospedale; entra nel mio Paradiso”.
Poi ad un altro: “Tu hai fatto un prestito senza interessi ad una persona in difficoltà; vieni a ricevere il premio eterno”. La povera donna venne presa dallo sgomento perché, per quanto si sforzasse, non ricordava di aver fatto nulla di eccezionale. Col cuore che batteva forte, e tanto timore, arrivò davanti al Signore. Subito si sentì avvolta dal suo sorriso. “Tu hai stirato tutti i miei vestiti, mi ha preparato pasti con amore, mi hai accompagnato con il tuo amore e la tua dedizione… Entra nella mia felicità”.
A volte è così difficile immaginare quanto sia straordinario l’ordinario

Paradossi del nostro tempo
Nel nostro tempo abbiamo autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. Comperiamo di più ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole. Abbiamo più istruzione ma meno buon senso, più medicine ma meno benessere. Spendiamo senza ritegno, ma ridiamo troppo poco, vediamo troppa TV e preghiamo di rado. Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, ascoltiamo troppo poco. Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Però la vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro (G. Carlin).

Sul bus
Un ragazzo di 24 anni, guardando attraverso la finestra del bus, gridò: “Guarda, papà, gli alberi ci vengono incontro!”. Il padre sorrise. Una giovane coppia, seduta lì vicino, rise per il comportamento infantile del giovane.
Il ragazzo tornò ad esclamare: “Guarda, papà, le nuvole ci seguono!”.
Una giovane coppia disse al padre del giovane: “Perché non porta suo figlio da un bravo medico?”
L’uomo sorrise e rispose: “Ci siamo appena stati, siamo appena usciti dall’ospedale. Mio figlio era cieco dalla nascita e oggi per la prima volta può vedere”.
Ogni persona ha una sua storia. Non giudichiamola fino a quando non la conosciamo. Le verità ci stupiranno…

Lo sguardo
Grazie, Signore, per i miei occhi, finestre aperte sui grandi spazi.
Fa’ che i miei occhi siano chiari, Signore, e che il mio sguardo susciti fame di purezza. Fa’ che non sia mai uno sguardo deluso, disingannato, disperato, ma che sappia ammirare, estasiarsi, contemplare. Concedi ai miei occhi di sapersi chiudere per meglio ritrovarti, ma che mai si distolgano dal mondo per paura. Concedi al mio sguardo di essere così profondo da riconoscere la tua presenza nel mondo. E fa’ che mai i miei occhi si chiudano sulla miseria degli uomini. Che il mio sguardo, Signore, sia netto e fermo, ma sappia intenerirsi. Ed i miei occhi siano capaci di piangere. Fa’ che il mio sguardo non turbi colui che incontra, che non sconvolga ma porti pace, che non rattristi ma comunichi gioia, che non seduca per tener prigioniero, ma che inviti e si apra all’accoglienza.

 

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